Le Avventure di Baguette e Bonton

I Fumetti

23 Ottobre 2015

Bau, cuccioli!anna e little norby

Tutto bene?

Oggi voglio portare un po’ di colore nella vostra vita parlandovi di una mia passione, che credo di avere in comune con molti di voi…

Mi riferisco ai fumetti!

Sono convinto che tutti voi abbiate letto almeno una volta qualche fumetto.

… un manga, un “fumetto giapponese”, su qualche personaggio che avete amato in televisione, o un “comic”, un fumetto americano, magari con protagonista qualche supereroe che avete ammirato al cinema.

Oppure avete sfogliato qualche copia di Tex di vostro padre o un Topolino, che vi hanno comprato per farvi passare il tempo durante un viaggio.

Tutti sappiamo cosa sia un fumetto… ma perché lo chiamiamo così?

La parola fumetto non viene usata sempre nel modo corretto.

Spesso la si utilizza per parlare male di qualcosa: “quel film era un fumettone”, per dire che non era molto bello oppure poco credibile.

PunchandJudyComicsV01-0145-panel3La parola fumetto prende origine dalle “nuvolette di fumo” che vengono disegnate come uscissero di bocca dai personaggi ritratti nelle vignette.

Quelle dove vengono scritte le parole pronunciate da ognuno di loro.

Una grossa curiosità è che se negli anni 50 aveste parlato di fumetti a qualcuno, questi avrebbe pensato a un’altra cosa: ai fotoromanzi!

Che erano fumetti realizzati con le fotografie di attori, e raccontavano storie drammatiche o d’amore (come le “soap opera”)

I fotoromanzi hanno avuto tanto successo, in Italia, da diventare, per alcuni anni, più famosi dei veri fumetti.51b87d82cd5d4_grandhote6783

Ma è giusto definire il concetto di fumetto dal “balloon” (la nuvoletta in lingua inglese)?

In realtà no.

Ogni paese ha il suo modo di dare un nome a questa giovane forma d’arte… beh, giovane, ormai il “fumetto” esiste da più di cento anni, ma in confronto alla pittura o alla recitazione, è sicuramente un “cucciolo”…

In ogni paese, dicevo, si pone l’attenzione su una caratteristica diversa di questo “strumento narrativo”.

Gli americani li chiamano “Comics” (derivante da “comico”) perché i primi fumetti (le strisce sui quotidiani) erano di genere comico.

Per lo stesso motivo, in lingua spagnola, si chiamano “Historietas” (storielle).

Entrambi nomi che fanno notare che in quei paesi il fumetto venga visto come una cosa buffa e poco seria.

Ma in due paesi il nome dei fumetti sottolinea come si possa raccontare ogni cosa con essi.

In Francia si parla di “Bande Dessinée” (striscia disegnata), proprio per sottolineare che il fumetto normalmente rappresentato in strisce disegnate, attraverso il quale, di conseguenza, si possa parlare di qualunque argomento, anche non “comico” e che non sia una “storiella”.

In Giappone, l’ho già detto, si parla di “Manga”… e cosa significa questa parola?

La si può tradurre con “Immagini in sequenza” che forse è il termine più appropriato… perché che senso avrebbe parlare di un fumetto se non prendessimo in considerazione che lo si legge “una vignetta dopo l’altra”?

La cosa più divertente?

Che ilfumetto, ritenuta un’arte povera da molti, una cosa da bambini, di cui un “artista serio” non si dovrebbe interessare (anche se, per fortuna, si sta abbandonando questo stereotipo) prende il suo nome, in Giappone, proprio da un grandissimo pittore del 1700: Katsushika Hokusai.

Quello della famosa “Onda”.

Katsushika Hokusai

Katsushika Hokusai - Onda

Fu lui a coniare il termine quando realizzò dei… manuali d’istruzione sull’agricoltura per i contadini!

Che dite, visto che mio nipote ha scoperto i fumetti di Super Bau, avete piacere che vi parli ancora un po’ di questo argomento?

In uno dei prossimi articoli, vi racconterò di come sono nati i supereroi!

Bau, cuccioli!

E a presto!

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